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FAQ

Celiachia e vaccinazioni

Chi è celiaco o parente di primo grado di una persona celiaca può seguire il piano di vaccinazioni previsto per la popolazione generale? Esistono correlazioni tra alcuni tipi di vaccino e l’insorgenza della malattia celiaca?

Non esiste al momento nessuna evidenza nella letteratura scientifica che correli i diversi tipi di vaccini né a problematiche particolari in celiaci già diagnosticati né all’insorgenza stessa della celiachia in soggetti geneticamente predisposti. Di conseguenza i soggetti celiaci già diagnosticati a dieta aglutinata e i loro parenti di primo grado inclusi i bambini e i neonati, anche nel caso presentassero i geni predisponenti per la celiachia, devono seguire il piano di vaccinazioni previsto per la popolazione generale per tutti i vaccini.

In particolare, riguardo al vaccino contro il Rotavirus, l’ipotesi che le infezioni ricorrenti da Rotavirus siano un trigger per la comparsa della celiachia è da considerarsi al momento non supportata da evidenze scientifiche. A conferma di ciò, nei Paesi in cui la vaccinazione anti-Rotavirus è molto diffusa nella popolazione, non si registrato un aumento dell’incidenza di Celiachia.

Quindi non vi è alcun motivo per controindicare la vaccinazione anti Rotavirus, se indicata, in soggetti celiaci o a rischio genetico per celiachia.

Al contrario, l’effetto protettivo del vaccino anti-Rotavirus previene una gastroenterite che nei Paesi Occidentali è ancora causa di ospedalizzazione.

Aggiornamento Giugno 2017

Celiachia e statura

Sono la mamma di una ragazza celiaca di 14 anni che è a dieta senza glutine da quando aveva 17 mesi! E’ sempre cresciuta molto in altezza, (si manteneva sempre all’80° percentile, a volte anche di più), soltanto che è da un anno che la sua altezza è ferma a 1,58 ed io sono molto preoccupata per questo.Se può essere utile a chi vorrà rispondermi io sono alta 1,75 e il padre anche, e poi la ragazza ha già avuto il menarca circa 2 anni fa.
Vi prego di aiutarmi e consigliarmi qualcosa!

Risposta dr.ssa Elisabetta Fabiani:

Ancona, 20.02.04

La comparsa del menarca da circa 2 anni ormai giustifica praticamente lo stop o comunque il rallentamento della crescita in altezza di sua figlia. Tuttavia, sebbene la ragazza abbia completato lo sviluppo puberale, la sua statura potrà aumentare ancora di qualche altro centimetro. L’unico dato a mio parere poco chiaro è il fatto che, riportando la statura attuale di sua figlia sulle curve di crescita che noi pediatri utilizziamo, essa si colloca praticamente al limite inferiore del “target” genetico (ovvero dell’altezza media che le avete dato voi genitori), mentre lei riferisce che l’andamento è sempre stato superiore alla norma (ovvero intorno all’80° percentile). Pertanto, sarebbe necessario innanzitutto confermare, dati di altezza alla mano, l’andamento da lei descritto e valutare la presenza di una eventuale sintomatologia associata (gastrointestinale e non). Per quanto riguarda la celiachia, se la ragazza ha sempre seguito e segue correttamente la dieta priva di glutine non ci sono problemi (a tale proposito, sarebbe utile, come credo lei farà già, eseguire almeno un controllo annuale dei marcatori sierologici per la celiachia, unitamente alla valutazione del ferro e della funzionalità ed autoimmunità tiroidee).

Dr.ssa. Elisabetta Fabiani
Clinica Pediatrica Università Politecnica delle Marche
Ancona

Ultimo aggiornamento: novembre 2014

Celiachia e statura

Chiedo notizie inerenti la statura in rapporto alla celiachia.E possibile che una bimba di anni 13 si presenti quasi al di sotto delle tabelle di riferimento pur avendo i familiari di statura alta.

Se è una bimba già diagnosticata celiaca che segue la dieta g.f il suo accrescimento dovrebbe essere normale, in questo caso, la verifica di eventuali rallentamenti dovrebbe essere fatta dal medico o con una visita auxologica.

Se invece il mancato accrescimento è fonte di sospetto per la celiachia, questo potrebbe essere giustificato, infatti, nelle forme che esordiscono tardivamente, dopo il 2°-3° anno di vita, la sintomatologia gastroenterica è per lo più sfumata e in genere prevalgono altri sintomi, quali deficit dell’ accrescimento della statura e/o del peso, ritardo dello sviluppo puberale, dolori addominali ricorrenti e anemia ecc.

In questo caso, alcuni esami di laboratorio (anticorpi antigliadina, antiendomisio e antitransglutaminasi) possono rafforzare il sospetto di una celiachia, ma solo la verifica di anomalie della mucosa (atrofia totale o parziale dei villi, prelevati mediante una biopsia eseguita durante una gastroscopia), può consentire la diagnosi.

Ultimo aggiornamento: novembre 2014

Celiachia e stanchezza

Visto la richiesta, con numerose mail, riguardanti “la possibile associazione” tra stanchezza e celiachia, avevo inoltrato il quesito ad un consulente scientifico e, in proposito, ha risposto il Prof. Umberto Volta, del quale allego la risposta. (Arrigo Arrighi)

Innanzitutto La ringrazio per gli apprezzamenti sul mio articolo. Il Suo quesito è certamente di grande importanza perchè esiste certamente la stanchezza pre-diagnosi, espressione del cosiddetto malessere generale del celiaco (not well being), legato spesso ad un’ anemia sideropenica o alla mancanza di assorbimento di altri nutrienti, ma vi è anche la realtà del celiaco che migliora dal punto di vista degli esami di assorbimento ed immunologici (negativizzazione di EmA e tTGA) e si sente comunque stanco o torna ad essere stanco. In questi casi vanno valutati diversi parametri. Innanzitutto bisogna escludere una condizione di tiroidite autoimmune con ipotiroidismo, molto frequente nella celiachia e con possibile insorgenza anche dopo l’inizio della dieta, va valutata inoltre la possibilità di bassi valori isolati di ferro e ferritina nonostante la restante normalizzazione dei parametri, va escluso uno stato di depressione latente (circa il 15-20% dei celiaci ne è affetto) di tipo reattivo spesso secondario proprio anche al cattivo gradimento stesso della dieta. In molti casi tutte queste cause possono essere escluse ed il paziente continua ad essere stanco senza un motivo. Ex adiuvantibus è possibile associare terapia con integratori (la cui idoneità è da verificare con l’edizione aggiornata del Prontuario AIC) in questi casi.

Sperando di esserLe stato di aiuto La saluto cordialmente.

Umberto Volta

Ultimo aggiornamento: novembre 2014

Celiachia e manifestazioni cutanee

La dermatite erpetiforme, ha una qualche somiglianza con le manifestazioni cutanee tipiche della varicella?

Risponde Dr.ssa Elisabetta Fabiani.

la dermatite erpetiforme è attualmente considerata come la variante cutanea della malattia celiaca, ovvero la cosiddetta ‘celiachia della pelle’.
Si tratta di una affezione cutanea caratterizzata da lesioni di aspetto vescicolare, localizzate più tipicamente ai gomiti, alle ginocchia ed alle natiche. Il criterio inequivocabile per la diagnosi di dermatite erpetiforme è rappresentato dalla presenza di depositi granulari di IgA a livello della cute sana.
Sebbene nella dermatite erpetiforme i sintomi intestinali non siano comuni, tuttavia in quasi il 100% dei casi è possibile osservare alla biopsia intestinale alcune alterazioni della mucosa, variabili da una lesione infiltrativa fino alla completa atrofia dei villi. E’ importante sottolineare che la dermatite erpetiforme è una affezione glutine-dipendente il cui trattamento, pertanto, si basa sulla totale eliminazione degli alimenti contenenti glutine dalla dieta. L’avvio della terapia dietetica infatti determina la completa scomparsa delle manifestazioni cutanee, le quali si ripresentano soltanto nel caso in cui venga reintrodotto il glutine.
La varicella è una malattia infettiva causata dal virus della Varicella Zooster e caratterizzata da lesioni cutanee che iniziano come delle macule, le quali poi diventano progressivamente papule, vescicole, pustole e croste.
Tali manifestazioni, peraltro intensamente pruriginose, sono in genere più accentuate al cuoio capelluto ed al tronco; è altresì comune osservarle a livello delle mucose orale, congiuntivale e dei genitali.
E’ inoltre presente febbre.

Ultimo aggiornamento: novembre 2014

Celiachia e malattie autoimmuni

Seguo bene la dieta, mi chiedevo se posso sviluppare altre malattie autoimmuni, come ad esempio l’artrite reumatoide? 

Risponde il prof. Antonio Calabrò:

Sebbene mi appaia improbabile, non mi sento di escludere che una artrite reumatoide possa insorgere in una paziente celiaca a dieta aglutinata da due anni.
La stretta osservanza della dieta, infatti, riduce ma non elimina del tutto il rischio di sviluppo di patologie autoimmuni associate alla celiachia.
Mi sembra tuttavia che sia piuttosto prematuro pensare ad una vera artrite reumatoide (per questo attenderei l’esito delle indagini richieste dalla Sua dr.ssa di famiglia); potrebbe più semplicemente trattarsi di manifestazioni reumatiche minori, frequentemente osservabili in pazienti celiaci.

Ultimo aggiornamento: novembre 2014

Celiachia e guarigione

Vorrei sapere quante possibilità ci sono di guarire dalla celiachia. 

Risposta: La celiachia è una condizione cronica per cui la dieta deve essere seguita con scrupolo per tutta la vita.

Ultimo aggiornamento: novembre 2014

Celiachia e donazione di sangue

Può un soggetto celiaco essere donatore di sangue?

Risponde il Prof. Calabrò:

Sono lieto di comunicare ufficialmente a tutti coloro che non ne avessero ancora avuto notizia, che è stato finalmente risolto l’annoso problema della donazione di sangue per il soggetto celiaco.

Il Ministero della Salute ha finalmente recepito le numerose istanze riportate dal Comitato Scientifico Nazionale AIC al Presidente della Società Italiana d’Immunoematologia e Medicina Trasfusionale. Con Decreto 3 Marzo 2005, pubblicato nella G.U. 85 del 13 Aprile, è stata, infatti, definitivamente sancita la possibilità, per i celiaci che desiderino farlo, di donare il sangue.

Più precisamente, nell’all. 3 dei “Protocolli per l’accertamento dell’idoneità del donatore di sangue e di emocomponenti”, si afferma che “Il candidato donatore affetto o precedentemente affetto da una delle sottoelencate patologie deve essere giudicato permanentemente non idoneo alla donazione di sangue, o di emocomponenti, per la tutela della propria salute:
Malattie autoimmuni, ad esclusione della malattia celiaca, purché il donatore segua una dieta priva di glutine”.
(segue un ampio elenco d’altre condizioni patologiche che sono motivo d’esclusione dalla donazione).

Sebbene siano trascorsi più di tre anni dal momento in cui questo problema era stato sollevato a livello istituzionale, occorre notare che le linee-guida per la donazione di sangue sono rigidamente normate – non soltanto in Italia ma anche in tutti i paesi dell’Unione Europea – e che decisioni di questa natura possono essere prese soltanto da apposite commissioni ministeriali. Considero pertanto questo risultato un successo per tutti i soci AIC che, grazie a questa decisione, hanno un motivo in più per non sentirsi ingiustamente discriminati.

Antonio Calabrò

Ultimo aggiornamento: novembre 2014

Celiachia e donazione del cordone ombelicale

Può un soggetto celiaco essere donatore di cordone ombelicale?

Rispondono i prof. Marco Silano, Coordinatore del Board Scientifico AIC e Vincenzo Saturni, Presidente AVIS Nazionale

Dopo il parto il cordone ombelicale viene generalmente scartato a meno che la neo-mamma non decida di donarlo. La donazione solidaristica del cordone ombelicale è un gesto importante, perché dal sangue in esso contenuto si possono isolare quantità rilevanti di cellule staminali del sangue. Queste cellule sono utilizzate prevalentemente per la cura di bambini affetti da alcune malattie genetiche, quali le immunodeficienze primitive, le malattie ematologiche e alcuni tipi di leucemia. È consentito anche l’uso per scopi di ricerca. Alle neo-mamme celiache è permesso di donare il proprio cordone ombelicale purché siano a dieta senza glutine da almeno sei mesi prima della donazione e presentino livelli plasmatici di anticorpi anti-transglutaminasi nella norma.
AIC incoraggia la donazione gratuita eterologa del cordone ombelicale per la cura e la ricerca a vantaggio di chi ne ha bisogno.
AIC non sostiene né sponsorizza la conservazione del cordone ombelicale per eventuali future cure autologhe a pagamento presso banche private fuori dal territorio nazionale.

Ultimo aggiornamento: maggio 2015

Celiachia e artrite

Da circa un mese soffro di dolori alle articolazioni e la mia d.ssa di famiglia mi ha prescritto una serie di esami per vedere se per caso la mia sia una forma di artrite magari autoimmune.. . La mia domanda è: Possibile che seguendo scrupolosamente la dieta da ormai 2 anni si possa manifestareun’altra patologia autoimmune come ad es. l’artrite reumatoide? 

Risponde prof. Antonio Calabrò consulente Scientifico A.I.C:

sebbene mi appaia improbabile, non mi sento di escludere che una artrite reumatoide possa insorgere in una paziente celiaca a dieta aglutinata da due anni. La stretta osservanza della dieta, infatti, riduce ma non elimina del tutto il rischio di sviluppo di patologie autoimmuni associate alla celiachia. Mi sembra tuttavia che sia piuttosto prematuro pensare ad una vera artrite reumatoide (per questo attenderei l’esito delle indagini richieste dalla dr.ssa di famiglia); potrebbe più semplicemente trattarsi di manifestazioni reumatiche minori, frequentemente osservabili in pazienti celiaci.

Ultimo aggiornamento: novembre 2014

Casi di epilessia parziale associati alla celiachia

Qualcuno è già a conoscenza di casi di epilessia parziale associati allaceliachia?
Purtroppo mio figlio edoardo di 6 anni ha scoperto di essere affetto da celiachia dopo che dagli esami gli era stata riscontrata epilessia parzialedel lobo occipitale e una dottoressa ha ipotizzato che la causa scatenantepotesse essere l’ intolleranza al glutine.

In effetti la celiachia, quando non diagnosticata, può dare origine ad alcune forme di epilessia.
La dieta senza glutine, nella maggioranza dei casi, porta ad una possibile e completa remissione di tale disturbo.
Qui di seguito segnaliamo una parte di una pubblicazione di Gastronet sull’argomento, dalla quale si deduce facilmente quanto già sopra specificato:

Il morbo celiaco è una malattia caratterizzata sul piano clinico da segni e sintomi di malassorbimento e sul piano istologico da atrofia della mucosa intestinale ed infiltrati di linfociti e plasmacellule; un possibile ruolo patogenetico sembra essere svolto da meccanismi immunologici, in quanto si riscontra:
una stretta associazione ad antigeni del Sistema Maggiore di Istocompatibilità D3, D5 e D7 a cui segue una predisposizione genetica del 95%; tipiche alterazioni dell’epitelio intestinale e frequente riscontro di una positività per anticorpi antigliadina (AGA) e/o antiendomisio (AEA); la concomitanza di malattie autoimmuni come Diabete Mellito tipo II e Tiroiditi. Le manifestazioni cliniche tipicamente proteiformi rendono la diagnosi assai difficoltosa e spesso definita dopo anni di malattia. Il coinvolgimento del sistema nervoso rappresenta una tappa pressoché obbligata nel percorso della malattia. Sono state descritte manifestazioni cliniche e segni neurologici coinvolgenti sia il sistema nervoso periferico che centrale con una temporalità spesso indipendente dalla durata di malattia e dal suo grado di coinvolgimento di altri apparati. Lo spettro delle manifestazioni neurologiche include: epilessia,leucoencefalite multifocale progressiva, atassia cerebellare, dissinergia cerebellare mioclonica, mielopatie, polineuropatie, mononeuropatie multiple, miopatie e disautonomia.
Epilessia:
è stata descritta la prima volta nel 1978 e secondariamente inquadrata come un’unità sindromica se associata a calcificazioni intracraniche. Nei casi descritti si tratta di crisi a semeiologia focale con manifestazioni cliniche localizzate a livello occipitale, farmacoresistenti. Le immagini radiologiche documentano in questi casi la presenza di calcificazioni occipitali. Gobbi et al nel 92 descrissero una popolazione di 43 pazienti, 31 con calcificazioni occipitali ed epilessia che furono sottoposti allo studio diagnostico per malassorbimento (gruppo A) e 12 con morbo celiaco ed epilessia che furono sottoposti a TAC cerebrale (gruppo B); 24 pz del gruppo A risultarono affetti da morbo celiaco, e in 5 pz del gruppo B furono riscontrate calcificazioni cerebrali. Al termine dello studio furono individuati 29 pazienti con l’associazione: morbo celiaco, epilessia e calcificazioni cerebrali. In tutti i casi l’epilessia era esordita prima che fosse diagnosticata la malattia celiaca, inoltre la semeiologia delle crisi era prevalentemente focale con localizzazione occipitale; nelle crisi refrattarie alla terapia le calcificazioni risultavano sempre bilaterali ed in sede parieto-occipitale.
Studi successivi documentano che una dieta priva di glutine contribuisce alla completa remissione delle crisi anche dopo sospensione della terapia antiepilettica. L’ipotesi etiopatogenetica più accreditata è di una carenza di folati probabilmente determinata dal malassorbimento; tuttavia non è chiara la spiegazione della scarsità di soggetti con calcificazioni nonostante l’elevata presenza di deficit di folati nella popolazione di affetti da m. celiaca, né il perché della localizzazione occipitale delle calcificazioni. Sebbene queste forme si manifestano durante le prime decadi di vita e precedono la diagnosi di m. celiaca, sono stati descritti casi ad esordio tardivo; si tratta di due soggetti con esordio di malattia neurologica a 40 e 53 anni: il primo con monoparesi brachiali ricorrenti, il secondo con mioclono progressivo, atassia, e crisi tonico cloniche generalizzate; in entrambi furono riscontrate calcificazioni occipitali e morbo celiaco.
fonte: Gastronet.

Ultimo aggiornamento: novembre 2014

Carne di animali che hanno mangiato glutine

Il glutine che viene assunto dagli animali, come accade per gli esseri umani, viene digerito e, quindi, non si trasmette con le carni.
L’importante è che i metodi di cottura e di condimento delle carni non prevedano l’uso di farine o altri ingredienti contenenti glutine o di panatura non “gluten-free”, uniche modalità e possibilità di “contaminazione” di una dieta priva di glutine.

Ultimo aggiornamento: novembre 2014